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Controlli sugli impianti termici: smentite indiscrezioni e confermate sicurezza ed efficienza

Nei giorni scorsi sono circolate, attraverso canali non istituzionali, indiscrezioni e ricostruzioni relative a presunte ipotesi di riduzione o superamento dei controlli sugli impianti termici, in particolare per le caldaie di piccola potenza. Tali ricostruzioni hanno generato confusione e preoccupazione tra cittadini, operatori e imprese del settore.

Le informazioni veicolate impropriamente traggono origine da materiali di lavoro condivisi a inizio annonell’ambito di una fase preliminare di confronto interno, utilizzati esclusivamente come base per la predisposizione di una comunicazione formale indirizzata alle Istituzioni competenti. Tali contenuti non erano in alcun modo destinati alla divulgazione pubblica né tantomeno a essere rappresentati come orientamenti normativi in via di definizione.

Il punto non riguarda soltanto il metodo, ma soprattutto le conseguenze potenzialmente rilevanti e pericolose che questa modalità di comunicazione ha rischiato di innescare su un tema estremamente delicato come quello dei controlli sugli impianti termici:

  • il rischio di fornire ai cittadini un pretesto per ritenere legittimo l’annullamento o il rinvio dei controlli, sulla base di informazioni non ufficiali;
  • la presenza di reazioni e commenti fuorvianti sui canali social, che alimentano aspettative errate e disinformazione;
  • la concreta possibilità che il Governo possa procedere su nuove strategie senza un preventivo confronto con le Parti sociali, proprio perché il tema emerge in modo disordinato e non governato.

Su una materia che incide direttamente sulla sicurezza delle persone, sulla tutela ambientale e sulla qualità dell’aria, tutto ciò ha rischiato di trasformarsi in un boomerang, con conseguenze difficilmente reversibili per il sistema dei controlli e per il ruolo delle imprese qualificate.

A fronte di questa situazione, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è intervenuto con una smentita formale, chiarendo che lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica attualmente in fase di elaborazione non prevede alcun passo indietro né sul piano della sicurezza né sugli obiettivi di efficienza energetica.

Il Ministero ha precisato che il testo in discussione è una bozza non definitiva, che dovrà comunque acquisire il parere della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato, e che il nuovo DPR dovrà attenersi agli obiettivi fissati dal decreto legislativo di recepimento della direttiva europea, tra cui l’ottimizzazione del rapporto costi-benefici per la collettività e la semplificazione delle attività ispettive.

È stata inoltre ribadita la netta distinzione tra il controllo di efficienza energetica, che rimane un adempimento periodico obbligatorio svolto da tecnici abilitati, e le attività di accertamento e ispezione, effettuate a campione dalle autorità competenti.

Nel dettaglio, il Ministero ha chiarito che la bozza di decreto:

  • rafforza il sistema dei controlli, rendendoli più frequenti per gli impianti di maggiore rilevanza energetica ed emissiva;
  • mantiene invariata la frequenza dei controlli per gli impianti a gas di potenza compresa tra 20 e 70 kW;
  • incrementa la frequenza dei controlli per gli impianti a gas tra 70 e 100 kW;
  • conferma le disposizioni vigenti per gli impianti alimentati a combustibili solidi.

Per quanto riguarda le attività di accertamento e ispezione, è previsto un sistema differenziato che combina controlli documentali per gli impianti di minore potenza e ispezioni in situ per quelli di potenza superiore, lasciando comunque a Regioni e Province autonome la possibilità di ampliare l’ambito degli impianti sottoposti a verifica.

La presa di posizione del Ministero consente oggi di ristabilire con chiarezza il quadro di riferimento e conferma che sicurezza, efficienza energetica e qualità dell’aria restano obiettivi centrali e non negoziabili nella disciplina sugli impianti termici.

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