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allagamenti Collesalvetti zona La Chiusa

Nuovi allagamenti nella zona artigianale La Chiusa di Collesalvetti

Amministrazione comunale inadempiente sui lavori promessi alle imprese

“E’ bastata una pioggia sopra la media ma sicuramente meno di quella che era minacciata dall’allerta meteo, per far nuovamente allagare la zona artigianale di Collesalvetti. Per fortuna anche questa volta alle imprese è andata bene – afferma il presidente di CNA Collesalvetti Stefano Trumpy – perché l’acqua è rimasta al di sotto del livello con il quale si produrrebbero danni ingenti a macchinari e scorte, ma così non si può più andare avanti. Le allerte meteo si susseguono ed i rovesci temporaleschi si preannunciano sempre più intensi. CNA ha già più volte sollecitato l’amministrazione comunale ad intervenire con urgenza almeno per creare uno sfogo all’acqua nei campi in fondo a via Genova e per assicurare la costante manutenzione alla rete di regimazione delle acque pluviali, ma evidentemente ciò non è stato fatto a dovere”.

“Ci sono ancora alti cumuli di terra in fondo alla via – spiega il coordinatore sindacale CNA Alessandro Longobardi – ed i rifiuti non totalmente rimossi hanno attirato, come prevedibile purtroppo, altri scarichi di rifiuti da parte di persone incivili. Urge effettuare un lavoro radicale di rimozione dei rifiuti e delle terre per creare subito un’efficace ampia via di sfogo delle acque, monitorando l’area anche con telecamere che individuino chi commette il reato di abbandono di rifiuti. Inoltre la rete delle acque bianche è a nostro giudizio sempre stata palesemente inadeguata a far defluire le quantità provenienti dalla zona artigianale, a maggior ragione lo è con il cambiamento climatico in atto. Va riprogettata e rifatta. Le promesse di intervento da parte del Comune sono state quindi disattese. CNA – conclude Longobardi – chiede nuovamente con forza che l’amministrazione faccia la sua parte, anche nei confronti degli altri enti o soggetti eventualmente di competenza, perché è suo compito proteggere i lavoratori e le aziende della zona artigianale e perché non si arrivi poi a spendere molti più soldi pubblici per interventi di riparazione a disastro avvenuto ma ampiamente prevedibile”.

 

*foto di copertina di archivio

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