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Rimborsi alluvione: una procedura che scoraggia le imprese
Limitazioni e assurdità burocratiche vanificheranno molte speranze
“Le fiaccole per commemorare le vittime della disastrosa alluvione del 9 e 10 settembre del 2017 sono spente ormai da più di due mesi, ma ancora lo Stato non ha fatto il suo dovere né con i cittadini, né tantomeno con le imprese”: così il direttore di Cna Marco Valtriani torna ad attirare l’attenzione sulla questione dei mancati rimborsi agli alluvionati ed in particolare alle aziende.
“Ci sono problematiche di vario tipo, che finiranno per scoraggiare molte imprese dal procedere con la presentazione della domanda. Anzitutto l’importo stanziato: su 22.266.871,02 euro di danni dichiarati dalle partite iva, il Governo ha stanziato appena 5.942.549,20 euro, una cifra nettamente insufficiente; se tutte le imprese faranno richiesta, la ripartizione in via proporzionale ridurrà per alcune imprese l’importo del rimborso ad una manciata di spiccioli.
Ci sono poi esclusioni sulle tipologie di beni e di spese rendicontabili, per non parlare del paradosso di chi avendo perso tutto non riceverà nulla perché non è stato in grado di riavviare l’impresa.
Infine i tempi strettissimi per la presentazione delle domande dovendole corredare di documentazioni catastali ed urbanistiche, nonché di perizie asseverate, ed i costi dei professionisti: la somma di tutto ciò indurrà le imprese con importi inferiori del danno a rinunciare. Per mitigare questi costi Cna ha però stretto una convenzione con alcuni professionisti per agevolare il più possibile le imprese.
La Camera di Commercio accetterà le domande fino al 14 dicembre, che poi dovranno essere verificate e controllate a campione nella misura del 20%.
Poi – conclude Valtriani partirà una nuova lunga attesa per la definizione degli importi, ed infine per la liquidazione degli stessi”.
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