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Aferpi, serve guardare anche oltre

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Aferpi, nessuna sorpresa! Il territorio deve saper guardare anche oltre

Le ultime evoluzioni sulla questione Aferpi non ci colgono di sorpresa; ormai in molti incontri (per ultimo quello fatto a Firenze presso la Seconda Commissione Consiliare, con la presenza anche del Presidente Enrico Rossi) sosteniamo che, pur auspicando un possibile ma difficile recupero del comparto siderurgico, il territorio e le imprese hanno il dovere di guardare anche oltre.

Ad oggi purtroppo l’incertezza su possibili sviluppi della siderurgia permane nonostante l’impegno del Governo e delle istituzioni locali a sostegno dell’apparato industriale e della forza lavoro.

Tale impegno occorre che sia meglio calibrato puntando ad uno sviluppo del territorio nuovo e diversificato.

La monocultura in questi anni ha dimostrato di non essere una strada percorribile.

Come abbiamo sempre sostenuto, a tutti premerebbe un comparto industriale forte e tecnologicamente avanzato, ma purtroppo questo è di fatto il tassello mancante dell’intero Paese in questa fase storica ed economica; di conseguenza dobbiamo lavorare per ricostruirlo, ma non possiamo farlo totalmente a scapito di altri sistemi economici che ormai da soli sostengono la maggioranza del sistema Italia:

Per fare questo però è necessario che il territorio tutto ci creda e ci investa, a partire proprio dalla città, che si deve destare dal sonno indotto da un sistema che l’ha resa passiva, deve culturalmente rinnovarsi, e non lo deve fare da sola, ma sostenuta nella sua rinascita dalla politica, dalle istituzioni, dal sistema delle imprese (che da sole hanno già intrapreso il cammino), dalle parti sociali che devono abbandonare alcuni dogmi e lavorare fattivamente e senza pregiudizi sul progetto di sviluppo.

La Cna può e vuole contribuire ad un percorso che porti a dare il via ad una nuova Piombino, che non può prescindere dai territori adiacenti della Val di Cornia, ed invita le istituzioni e tutti i soggetti interessati ad aprire una nuova fase progettuale per traghettare questo territorio verso una nuova rotta, che per quanto difficile risulta l’unica scelta per approdare ad un nuovo sviluppo.

Dobbiamo utilizzare in modo intelligente lo stato di area di crisi complessa riconosciuta, e abbiamo il dovere di farla fruttare in maniera strutturale perchè le risorse a disposizione non possono essere sprecate.
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